Photography

2002 Painting in a photograph
Manfredi photographs locate in the work of art decontextualization the provocation given by the viewer. The enigmatic presence of the absolute and unidentifiable icon is background to daily locations, sometimes dull representations of the real, as estranging elements or sacred forms with formal purity. The primary genre of a longed art, the symbol of a universal production bewilders and destabilizes if lived out of the usual contexts, leading to a systematic reflection through the overlapping of imaginary layers. The initial effect is estrangement. The disturbing presence of the work of art, with its pure shape, in the unusual landscape, has the effect of a stranger organism yet stealing the gaze. The cohabitation of popular and mass tradition, with a contemporary artistic culture, turns into artistic action, since the context is no longer outside the work but is with the work and part of it.

Le foto di Manfredi individuano nella decontestualizzazione dell’opera d’arte la provocazione data all’osservatore. La presenza enigmatica dell’icona assoluta e non identificabile fa da sfondo alle ambientazioni quotidiane, talvolta squallide rappresentazioni di realtà, come elementi estranianti o sacre forme dalla purezza formale. Il genere primario di un’arte voluta, il simbolo di una produzione universale sconcerta e destabilizza se vissuto fuori dai contesti usuali, conducendo alla riflessione sistematica attraverso la sovrapposizione di piani immaginari. L’effetto iniziale è di straniamento. La presenza inquietante dell’opera d’arte, con la sua forma pura, nel paesaggio inusuale, ha l’effetto di un organismo estraneo eppure che rapisce lo sguardo. La convivenza tra la tradizione popolare o di massa, con la cultura artistica contemporanea, si trasforma in azione artistica, perché il contesto non è più esterno all’opera, ma è con l’opera ed è parte di essa.

Casina Pompeiana, Naples
The opening, May 2002

2004_2006 Me, myself and I
The voice of the protagonist of the work becomes louder and louder when its maker becomes its main character. Antonio Manfredi plays with himself becoming the object of his art, revealing his uncertainties, his doubts and most hidden thoughts. He turns to the viewer of himself or to an abandoned wreck. Images overlap to memories or to erotic will through a fluid narration with a clear visual message. A path sometimes ironic and felt until objectivation of the body of the artist playing with himself and the advertising language. Therefore offers of the work of art come out with the cell phone number or quotations of big fashion or photography brands becoming personal provocations by Manfredi.

La voce del protagonista dell’opera si fa sempre più forte quando chi la produce ne diventa il personaggio principale. Antonio Manfredi mette in gioco se stesso divenendo l’oggetto della sua arte, rivelando le sue insicurezze, i suoi dubbi e i suoi pensieri più reconditi. Si trasforma nello spettatore di se stesso o in un relitto abbandonato. Le immagini si sovrappongono ai ricordi o alla volontà erotica attraverso una narrazione fluida e dal chiaro messaggio visivo. Un percorso talvolta ironico e sentito fino a giungere all’oggettivizzazione del corpo dell’artista che gioca con se stesso e con il linguaggio pubblicitario. Scaturiscono così le offerte dell’oggetto d’arte con annesso il numero del cellulare o la citazione di grandi griffe di moda e di fotografia che diventano le personali provocazioni del Manfredi.

2004_2007 Doll’s house
When Antonio Manfredi shows his dolls he describes them as defenceless mannequins, waiting for external actions, sleeping in a limbo turning them into wonderful containers with no soul. Anyway the condition of simple puppets is turned upside down in the pictures of the lonely women suspended or desperate surrounded by dull locations strengthening their existential condition. A journey through their complex world that, without any common sense, dissolves all reservations on corporal femininity. The organism is analyzed as object of beauty and statuary charm in an atmosphere deprived of any time-space identification while lost souls wander or hide in the real rooms of human misery.

Quando Antonio Manfredi mostra le sue bambole le descrive come manichini inermi, in attesa di azioni esterne, addormentate in un limbo che le trasforma in contenitori bellissimi privi di anima. Eppure la condizione di semplici burattini si ribalta nelle foto delle solitarie donne sospese e disperate circondate da ambientazioni squallide che ne rafforzano la condizione esistenziale. Un viaggio attraverso un mondo complesso che privo di luoghi comuni scioglie tutte le riserve sulla femminilità corporea. L’organismo viene analizzato come oggetto di bellezza e di statuaria avvenenza in una atmosfera priva di identificazione spazio-temporale mentre anime perse si aggirano o si nascondono nelle reali stanze della miseria umana.

2004_2008 Psyche
The metamorphosis of Antonio Manfredi transmits inherent terror, genetic transformations appear as results of cognitive processes of a society waiting for solution. The god light lightens minds of those able to isolate into inner reflexion to look for himself. The overlapping of images refers to mind growth and to the development of cognition or stream of consciousness concreted in a blood-red flow. Manfredi pictures are analyses of the unconscious, of the inner looking for a definition of his own. King men, hanging from a wall or just spectators o fan absolute art, the picture protagonists take over a unique valence, isolated though universal.

Le metamorfosi di Antonio Manfredi trasmettono terrore insito, le trasformazioni genetiche appaiono come i risultati di processi cognitivi di una società in attesa di soluzione. La luce divina illumina le menti di chi è capace di isolarsi nella riflessione interiore per cercare se stesso. La sovrapposizione di immagini allude alla crescita mentale e allo sviluppo della cognizione o del flusso di coscienza che si concretizza in un fiume rosso sangue. Le foto di Manfredi sono l’analisi dell’inconscio, dell’interiorità alla ricerca di una propria definizione. Uomini sovrani, appesi ad un muro o semplici spettatori di un’arte assoluta, i protagonisti delle foto assumono una valenza unica, isolata eppure universale.

2007_2008 Travelling into memory
This photography project is a journey through four religions: Hindu, Muslim, Jewish and Catholic, which will be object of the next study by Antonio Manfredi. The images inquiry war and its consequences, the continuous situation of social instability and religiosity reigning on minds and conditioning souls. Different worlds appear, all softly treated with an eye experienced to go beyond the standard definition of a folk or a race. West and East meet in wonderful dissonances. Subjects are faces and real locations of life. Dullness and beauty insinuate into wrecked houses, in the fragments of gods abandoned to sacred streams and in the toothless smiles of populations in between ancient tradition and contemporary.

Questo progetto fotografico è un viaggio attraverso quattro religioni: indù, musulmana, ebraica e la cattolica. Le immagini indagano la guerra e le sue conseguenze, la perenne situazione di instabilità sociale e la religiosità che governa sovrana le menti e condiziona gli animi. Appaiono mondi diversi, trattati tutti con delicatezza e con l’occhio esperto di chi è abituato ad andare oltre la definizione standard di un popolo o di una razza. L’occidente e l’oriente si incontrano in dissonanze meravigliose. I soggetti sono i volti e le ambientazioni reali di un vissuto. Lo squallore e la bellezza si insinuano nelle case diroccate, nei detriti delle divinità abbandonate ai fiumi sacri e nei sorrisi sdentati dei popoli combattuti tra la tradizione ancestrale e la contemporaneità.

2007 India revealed

2007 Children of Israel

2008 Muslim Brother

2008 Christians

2008_2009 Land of fire/Terra di fuoco
An earth with burning bowels takes shape in stolen images, frozen moments looking like unreal visions of a decaying society. Prostitutes, rubbish and social madness: between irony and tragedy the photographs of the Neapolitan artist become diary of a path which reads the contradictions of a territory in which structured criminality reigns. “Land of fire” is a denouncing photographic work and an accuse to the institutions, to the population and to the history of omertà by those ones daily living the trench horror. The desensitization of the common eye is shaken by the real representations of sufferance and wickedness that the lens of Manfredi ha caught in the Neapolitan metropolitan and peripheral streets.

La terra dalle viscere ardenti prende forma in immagini rubate, in attimi congelati che appaiono irreali visioni di una società decadente. Prostitute, spazzatura e follia sociale: tra ironia e tragedia, le foto dell’artista napoletano sono il diario di un percorso che è la lettura delle contraddizioni di un territorio in cui la malavita organizzata regna sovrana. “Terra di fuoco” è un lavoro fotografico di denuncia ed un atto di accusa alle istituzioni, al popolo e alla storia di omertà da parte di chi vive ogni giorno nell’orrore della trincea. La desensibilizzazione dell’occhio comune viene scossa dalle rappresentazioni reali della sofferenza e delle nefandezze che l’obiettivo di Manfredi ha colto nelle strade della provincia e della metropoli partenopea.

 2009 The light of the eyes
Ghana, Africa

Kenya, Africa